FORMEDIL



Relazione:
Il progetto sperimentale Formedil di formazione per l’apprendistato in edilizia


Giovanni Carapella - Direttore Formedil



Il progetto sperimentale di formazione per l’apprendistato non è stato soltanto un progetto di formazione: la formazione, che è stata il cuore dell’attività di sperimentazione, ha costituito una occasione per mettere a punto un sistema innovativo di offerta formativa.
L’apprendistato per l’edilizia, che in alcune province del Nord era già un patrimonio consolidato delle scuole edili e della contrattazione tra le parti sociali, in altre parti dell’Italia non esisteva proprio come istituto e ha incontrato difficoltà ad affermarsi come strumento di gestione del mercato del lavoro.
Il progetto sperimentale si è cimentato con questa necessità di costruire dei percorsi, dei modelli formativi, a partire dall'analisi del tipo di utenza che abbiamo di fronte con l'obiettivo di proporre un software di gestione didattica che consentisse anche all’ultimo centro di formazione collegato alla rete Formedil di poter entrare su questo segmento di offerta nuovo e, quindi, di poter partecipare a questa nuova stagione apertasi con la Legge Treu.
Le tappe di sviluppo del progetto sono sintetizzate nello schema seguente e sono raccontate nel sito Internet dedicato.

  LE TAPPE DI SVILUPPO DEL PROGETTO
FASE 1 AVVIO DEL PROGETTO, SELEZIONE DEI CENTRI E INDAGINE SUI FABBISOGNI
FASE 2 PROMOZIONE, INFORMAZIONE, ORIENTAMENTO
FASE 3 PROGETTAZIONE FORMATIVA E PRODUZIONE MATERIALI DIDATTICI
FASE 4 FORMAZIONE FORMATORI
FASE 5 REALIZZAZIONE DELLE ATTIVITA' FORMATIVE
FASE 6 INDAGINE SUL PROFILO DEGLI APPRENDISTI EDILI
FASE 7 MONITORAGGIO IN PROGRESS E FINALE
FASE 8 DIFFUSIONE DEI RISULTATI (attività sviluppata nella coda di progetto)

1 Prima di tutto abbiamo adottato una procedura di selezione interna ai nostri centri, omogenea con quella adottata dalle parti sociali del settore metalmeccanico per il progetto sperimentale apprendistato di quel settore.
Abbiamo selezionato i centri, valutando quali erano le reali capacità, mettendo i centri che volevano partecipare di fronte a questa sperimentazione a una domanda di questo tipo: siete davvero sicuri che nel Vostro bacino del mercato del lavoro c’è una possibilità, c’è un’opportunità di fare questo tipo di formazione; come pensate di costruire un piano di offerta formativa sull’apprendistato nella vostra provincia.
A queste domande molti centri hanno risposto in modo pertinente, e qualcuno si è un po’ allargato e qualcuno altro si è tenuto molto stretto, non pensando al boom di domande che avrebbe avuto. Il dato più significativo è, però, che il Formedil aveva immaginato all’inizio una sperimentazione concentrata su 20-25 province, in realtà abbiamo avuto un meccanismo che ha coinvolto trentotto province.
2 La seconda fase è stata la fase di promozione, informazione ed orientamento. Questa fase è stata sviluppata a partire dai materiali informativi lucidi, schede, CD Rom elaboratori dal Formedil. Le riunioni promosse nelle singole province, in raccordo con le parti sociali a livello territoriale, hanno diffuso l'informazione sul progetto.
3 E' cominciata, quindi, la fase di progettazione e sviluppo dei materiali didattici.
4 E’, quindi, seguita una fase di formazione formatori che ci ha visto organizzare tre corsi di formazione formatori, due per il centro Nord a Torino e uno per il Mezzogiorno a Napoli.
5 Quindi, ha avuto inizio la parte vera e propria di realizzazione delle attività formative.
6 Contemporaneamente una indagine sul profilo dell'apprendista ha intervistato oltre 300 allievi.
7 A tutto questo si è diciamo accompagnato una fase di monitoraggio in progress, ancora tuttora in corso, continua diciamo, un po’ bombardante qualche volta quando i dati non arrivavano.
8

Al tempo stesso si è sviluppata un’attività di diffusione che a partire dal sito Internet di servizio e a partire dalle iniziative varie che sono state fatte a livello nazionale e a livello locale ha cercato di diffondere la conoscenza dell’istituto dell’apprendistato.
Tale attività è stata completata nel periodo 1/1/2001 ­ 30/6/2001 grazie alla cosiddetta coda di progetto che ha consentito di realizzare prodotti didattici e informativi per la diffusione delle buone prassi sperimentate. In particolare, sono da segnalare le seguenti iniziative:

- predisposizione e stampa di materiali promozionali sul nuovo apprendistato (opuscoli e video) destinati a giovani, imprese, strutture scolastiche, istituzioni;
- vademecum per il tutor aziendale (elaborato in versione testo e cdrom sulla base di esperienze condotte in alcune province sulla formazione di tutor aziendali)
- edizione finale in versione cdrom dei materiali didattici per operai e impiegati;
- elaborazione e stampa dei risultati di ricerche su I Giovani e l’edilizia: motivazioni all’ingresso e percorsi di carriera;
- seminario nazionale finale di valutazione con formatori e tutor delle scuole impegnate nella sperimentazione;
- convegno finale di diffusione dei risultati;
- realizzazione di un sito finale di progetto per la disseminazione di esperienze, risultati, metodologie, prodotti all’indirizzo dedicato www.ediliziapprendistato.it.

Passiamo ad esaminare ora i dati relativi alla formazione che resta il nucleo centrale del progetto sperimentale.
Che cosa avevamo in mente e che cosa è successo.

Il Formedil aveva proposto un progetto per 1700 giovani, in realtà ne abbiamo formati un migliaio.
Dei 1700 giovani programmati 1176 giovani erano previsti nel centro Nord e 580 nel Mezzogiorno, per un totale di 95 corsi al Nord e 46 al Sud con una percentuale anche discreta di corsi per impiegati.
In realtà nella tabella che segue si evidenzia che nel primo anno abbiamo sostanzialmente fatto il pieno in un segmento di questa offerta, il centro Nord operai, dove abbiamo realizzato 64 corsi per 791 allievi iscritti, (hanno poi terminato poi regolarmente i corsi 633, 8 corsi per impiegati e 107 allievi (un numero minore di quello previsto) per un totale di 72 corsi e 898 allievi.
Quindi si è registrato un risultato importante per quanto riguarda il Centro Nord soprattutto nell’area operaia.
Perché nell’area impiegatizia non si verifica questo?
Perché il contratto di apprendistato impiegati è stata una novità, un’opportunità nuova, c’è stato un problema contrattuale legato alla durata di 18 mesi, all’pplicazione del nuovo istituto e così via. Per questa serie di ragioni i corsi per impiegati hanno cominciato a decollare quando il primo anno era già finito, pertanto, non c’è stato il tempo di attivarli tutti.

La formazione nucleo centrale del progetto sperimentale

 
CENTRO NORD              
   
operai
impiegati
totale
 
corsi
allievi
corsi
allievi
corsi
allievi
attività programmate
77
924
18
252
95
1176
attività realizzate nel I° anno

iscritti

64
791
8
107
72
898
formati
633
102
735
attività realizzate nel II° anno
iscritti
44
413
7
64
51
477
 
MEZZOGIORNO              
   
operai
impiegati
totale
 
corsi
allievi
corsi
allievi
corsi
allievi
attività programmate
32
384
14
196
46
580
attività realizzate nel I° anno
iscritti
8
93
0
0
8
93
formati
70
0
70
attività realizzate nel II° anno
iscritti
7
67
0
0
7
67
 

Se andiamo a vedere i dati relativi al secondo anno, sempre per il centro Nord, vediamo che in realtà i 64 corsi si contraggono a 44 e gli allievi, pur restando una quota consistente, diventano poco più del un 60%.
Perché succede questo? Cose che succedono anche in altri settori, c’è una serie di difficoltà, che generano dispersione: il servizio militare, il passaggio dal contratto di apprendistato a un contratto di lavoro ordinario in altri, l'abbandono del settore in altri casi. Un dato, però, è interessante: la percentuale di permanenza, nel caso del progetto sperimentale apprendistato è superiore alla percentuale di permanenza degli allievi formati dopo il primo anno con corsi tradizionali di prima formazione. Anche questo dato va valutato, dunque, dentro un panorama più generale che riguarda il tema i giovani e l’edilizia.

Passiamo ora ad esaminare l'andamento del progetto nel Mezzogiorno.

Nel Mezzogiorno, come altri settori, abbiamo avuto una situazione molto difficile, tanto che ad un certo punto abbiamo anche disperato di riuscire a fare qualche corso.
Il progetto sperimentale è stato promosso in 15 sedi, siamo riusciti ad attivare 8 corsi per operai (32 corsi programmati) in 3 province, Cagliari, Matera e Sassari, per 93 allievi. Nel secondo anno ne abbiamo conservati 7 con una maggiore stabilità rispetto al centro nord. Anche se stiamo parlando di numeri relativamente piccoli riteniamo che la sperimentazione sia stata ugualmente interessante.



Quali sono le valutazioni di fine progetto.

Nel rispondere a questa domanda ci siamo rifatti ad alcuni punti di discussione che il Ministero del Lavoro e l’Isfol hanno messo al centro del seminario nazionale su tutti i progetti apprendistato organizzato fatto a Giardini Naxos nel maggio del 2000.


Proviamo ad esaminare le singole questioni.

1. Certificazione, crediti, valutazione


Escono fuori problemi e questioni di prospettiva che sono da un lato il raccordo tra la certificazione contrattualmente prevista, che nel caso dell’edilizia è il libretto personale di formazione da noi rilasciato insieme all’attestato di frequenza e la certificazione regionale, come modello unico di certificazione. La spendibilità dei crediti: oggi con la riforma dell’obbligo scolastico e con l’introduzione dell’obbligo formativo e con la riflessione teorica attorno alle passerelle esiste un problema per tanti giovani, di spendibilità dei crediti acquisiti attraverso l’apprendistato e l’intreccio tra i percorsi di apprendistato e i percorsi che le stesse scuole edili possono proporre sul terreno dell’obbligo formativo.

 

2. Collegamento tra aziende e scuole edili


C'è stato all’inizio del progetto sperimentale un problema di promozione della conoscenza dell'istituto rinnovato dell'apprendistato presso il sistema delle imprese e di informazione dei giovani sul progetto Questo problema resta ed è un problema soprattutto in quelle regioni, non solo del Mezzogiorno, dove non esiste e non è esistita una cultura dell'apprendistato nel settore delle costruzioni. Altro tema, infine, quello della messa in coerenza dei modelli formativi operativi con i reali fabbisogni delle imprese. In questo caso si tratta di un tema più generale perché il fabbisogno delle imprese è una sorta di grande incognita di cui ogni tanto discutiamo, per poi scoprire che non esiste un fabbisogno generale di settore semplicisticamente individuabile ma esistono, ad esempio, tanti fabbisogni singoli, specifici, ben individuati per aree geografiche e comparti produttivi. E' ovvio che un modello generale, come quello da noi prodotto vuole essere un software di gestione di un processo di apprendimento estendibile ben oltre i due anni di apprendistato alla intera fase di carriera professionale.

3. Programmazione territoriale


Il progetto apprendistato edilizia ha incontrato non poche difficoltà con alcune realtà regionali nel vedere riconosciuta la propria esperienza sperimentale. Esiste, più in generale, il problema di come questo patrimonio di sperimentazione viene trasferito a regime nei singoli contesti regionali. Attraverso i Formedil regionali le scuole edili, all'interno delle procedure di accreditamento regionale, stanno riproponendo alle Regioni come esperienza da mettere a regime e da valorizzare - senza pretese di esclusività - come esperienza significativa che ha la forza di una sperimentazione nazionale nata in un contesto molto differenziato di 38 province.

4. Metodologie di personalizzazione dei percorsi


E' necessario rendere più consapevoli le nostre scuole, rendere più capaci i tutori delle scuole edili, come gestori dei processi educativi e dell’interfaccia con i giovani e con l’impresa, di personalizzare i percorsi e (senza pensare od ipotizzare forme spinte di individualizzazione dei percorsi che appaiono, ad oggi, difficilmente praticabili) articolare l’offerta formativa in relazione alle opportunità e alle capacità degli allievi e al tempo stesso alle prospettive e alle richieste del sistema delle imprese.

5. Modalità organizzative dell’offerta formativa


Si tratta di un punto molto delicato perché tutte le scuole edili si sono trovate di fronte ad una difficoltà nel gestire una formazione come quella per l'apprendistato con le procedure giustamente rigide e tradizionali del Fondo Sociale Europeo. Ci troviamo, infatti, di fronte a imprese delocalizzate, a sedi formative difficili da delocalizzare per far fronte al numero esiguo degli allievi, a difficoltà ad utilizzare in maniera efficace tecnologie tipo formazione a distanza con una elevata mobilità presente nel settore. Resta il problema di una capacità di intervento anche su numeri limitati di apprendisti rispetto al concetto classico dell'aula, perché nel caso degli apprendisti parliamo di un universo di riferimento diverso rispetto a una classe di allievi in formazione iniziale.

6. Competenze trasversali

Il progetto sperimentale per l’edilizia ha elaborato un percorso didattico abbastanza complesso erogato in internet, editato in quattro volumi e in 3 CD Rom. I contenuti trasversali sono stati legati a competenze generali e a competenze operative che, se si leggono le interviste sul profilo e le domande del giovane apprendista edile, sono richieste dagli apprendisti, quali capacità di lettura del disegno, sicurezza, capacità di gestione del proprio rapporto di lavoro e così via. A questo si è aggiunta una solida base di professionalizzazione perché è nostra convinzione che per aiutare ad entrare in cantiere, a lavorare in cantiere avendo una prospettiva di carriera, la formazione esterna deve avere anche un contenuto professionalizzante. Un sistema come il nostro, bilaterale e di settore, ovviamente può dare questo come valore aggiunto perché è un sistema specializzato.


Per concludere, che cosa è stato il progetto sperimentale dell’edilizia

Il grande contributo del progetto sperimentale può essere così sintetizzato:

1.
l'aver creato, dentro il nostro sistema bilaterale di settore, un segmento di offerta formativa specialistico sull’apprendistato;
2.
l’aver dotato le scuole edili di modelli e strumenti per programmare e gestire interventi formativi;
3.
l3. l'aver definito le linee guida per apprendisti operai, per gli impiegati amministrativi e tecnici;
4.
4. l'aver promosso il sistema bilaterale di formazione professionale di settore verso le Regioni e il sistema territoriale delle parti sociali.

Non tutto ha funzionato come avremo voluto ma si è trattato di una esperienza significativa e importante che ci consentirà di dare solida prospettiva di sviluppo all'azione delle scuole edili nel comparto formazione per l'apprendistato.