FORMEDIL



 

Intervento
Alberto Pedrazzoli - Scuola Edile di Verona

Per il primo anno di corso per operai sono il responsabile sia della progettazione didattica esecutiva sia della redazione dei materiali didattici. Mi sento quindi in obbligo di intervenire per illustrare e chiarire da un lato i requisiti che programmi e materiali dovevano soddisfare, dall’altro i criteri che ho adottato per soddisfarli. Mi sembra opportuno cioè chiarire il senso e il possibile utilizzo dei testi e delle schede contenuti nei due volumi che avete fra le mani.
Vanno tenuti presenti i problemi aperti al momento in cui si dovevano definire i programmi dei corsi.
Allo stato attuale dell’arte, non vi sono descrizioni accurate di figure professionali di riferimento a cui appoggiarsi per costruire programmi formativi e materiale didattico coerente per corsi per apprendisti. L’elenco delle possibili competenze per il primo e secondo anno di corso, contenute nel progetto, sono dettate dal buon senso e da una discreta esperienza formativa, non derivano da un’indagine accurata sui contenuti delle figure professionali presenti in cantiere e sui modi con cui il giovane che vi entra costruisce la sua professionalità.
L’altro aspetto problematico nasceva dal fatto che non vi erano informazioni sulla tipologia di utenza. Quando si pensava ad apprendisti edili si pensava a giovani di 15/16 anni da poco usciti dalla scuola dell’obbligo. La realtà come si è potuto constatare dai corsi è radicalmente diversa.
Un primo sforzo per giungere ad una descrizione sufficientemente attendibile dell’utenza è stato compiuto inserendo nel materiale didattico del primo modulo un questionario sulle motivazioni all’ingresso in edilizia e sulle aspettative di carriera e pregando le Scuole edili di somministrarlo ai corsisti. I dati, a mio giudizio estremamente interessanti, li ha esposti Carapella nel suo intervento e ho visto che sono riassunti in un articolo molto ben fatto di Alfredo Martini nel fascicolo sulla formazione del Nuovo Corriere delle Costruzioni, distribuito fra il materiale di questo questionario. Altri questionari sull’esperienza di lavoro degli apprendisti sono stati inseriti nel materiale didattico, ma sono stati concretamente utilizzati in un numero limitato di corsi. In ogni caso sono tutti dati che si sono resi disponibili al termine dei corsi e non prima.
Di fronte all’assenza di indicazioni specifiche su cosa e a chi si doveva insegnare, l’unica soluzione possibile per chi doveva progettare i programmi didattici e redigere il relativo materiale è stata quella di costruire un sistema aperto, per moduli centrati su argomenti connessi ad un ampio ventaglio di lavorazioni più comuni presenti in cantiere, affrontati a diversi livelli di preparazione professionale, cioè sia a livello di principiante che di persona in possesso di un minimo di conoscenze e capacità operative. Il tutto poi doveva essere agevolmente scomponibile e riaggregabile in funzione dell’effettiva utenza di ogni singolo corso.
Infine nella progettazione si doveva tener conto delle indicazioni ministeriali sulla ripartizione dei contenuti dei corsi tra contenuti a carattere generale, a cui andava destinato almeno il 35 % del tempo, e contenuti a carattere professionalizzante.
Direi che l’immagine che si ricava dal materiale stampato non è quella più giusta, perché il testo così come si presenta, con una rigida suddivisione in moduli e le schede riportate non a parte ma inserite in ogni singolo modulo, dà l’impressione di essere un sistema abbastanza rigido.
In realtà il sistema progettato e proposto è abbastanza flessibile.
Va precisato che il materiale è stato redatto su di un supporto informatico, nel quale sono separate le indicazioni per il docente dalle schede da utilizzare nell’insegnamento. Pertanto queste possono in effetti essere usate da sole ed essere riaggregate in modo diverso da quello indicato nel testo, costruendo quindi percorsi formativi diversi più mirati all’effettiva utenza.
I singoli moduli non sono rigidamente collegati fra di loro, per cui possono anche essere svolti in ordine diverso da quello presentato.
Infine i contenuti dei singoli moduli sono sovrabbondanti rispetto ai tempi previsti, per all’interno di ogni singolo modulo è possibile selezionare il materiale in rapporto alla preparazione effettiva degli corsisti.
Tuttavia il salto effettivo nella flessibilità e diversificazione nella progettazione e nell’utilizzo di quanto predisposto lo si compie se il materiale viene inserito nel sistema EQUIPE, messo a punto nel progetto Leonardo da Vinci dello stesso nome, appena terminato. All’interno di questo sistema il materiale che si presenta è stato effettivamente progettato. La numerazione delle Cellule Didattiche e delle schede fa riferimento a quel sistema.Il vantaggio della progettazione formativa con il sistema EQUIPE sta nel fatto che obbliga il progettista a specificare per ogni momento formativo a quale un ben preciso gruppo di operazioni fa riferimento ma anche che per quelle operazioni deve specificare il livello delle prestazioni. Deve precisare inoltre a quale fase del processo formativo, cioè presentazione, informazione, rinforzo o utilizza, quel momento formativo appartiene.
Con il sistema EQUIPE la diversificazione perciò può avvenire in modo finalizzato alla preparazione dei corsisti, perché si può appoggiare da un lato ad una definizione di obiettivi formativi che si appoggia ad un profilo di riferimento costruito attraverso l’assemblaggio di operazioni contenuta in una descrizione generale ed estesa delle lavorazioni edili, dall’altro alla individuazione delle operazioni in cui il corsista è interessato. La diversificazione operata è inoltre documentabile e motivabile.
Il sistema poi permette la costruzione nei percorsi formativi di unità formative capitalizzabili, in cui siano esplicitati quali siano le competenze o prestazioni che vengono certificate.
L’altro punto affrontabile è la costruzione di rapporti chiari ed efficaci con l’impresa e con il tutor aziendale, in quanto permette di individuare le lavorazioni e le operazioni che interessano direttamente l’impresa e su queste stabilire dei protocolli in cui sia precisato quelle che saranno sviluppate prevalentemente nel luogo di lavoro e quali invece saranno sviluppate all’interno dell’iniziativa formativa esterna.
L’altro aspetto fondamentale è che il sistema EQUIPE è stato costruito come sistema aperto, che può essere incrementato nella descrizione delle lavorazioni, nei contenuti del materiale didattico, nella costruzione di profili professionali e percorsi formativi.
Se il progetto EQUIPE 2° verrà approvato, sarà possibile mettere a disposizione delle Scuole Edili un archivio informatico generale della formazione che consentirà di entrare nel merito degli aspetti formativi concreti e fornire dei supporti di gestione all’attività formativa, non affidati al semplice buon cuore e alla semplice inventiva delle singole scuole. Sarà possibile realizzare un effettivo confronto tra le esperienze formative e quindi da un lato un’omogeneizzazione dei profili di riferimento e degli obiettivi formativi e dall’altro un’articolazione di questi profili ed obiettivi nel territorio e quindi una formazione il più possibile aderente alle esigenze dei lavoratori e delle imprese.
Grazie.